Biografia di Giovanni Castiglia

Giovanni Castiglia era un sovversivo. Non lo avreste mai creduto, incrociando il suo sguardo nello studio della sua Casteldaccia dove era nato nel 1955 (noi che lo abbiamo amato preferiamo ricordarlo più giovane di qualche giorno, a cavallo di due misure del tempo, come il suo esserci).

Giovanni Castiglia

Giovanni Castiglia

Riusciva a sovvertire/sovvertirsi in un senso di appartenenza alla forma dei suoi immaginifici ritratti di donna e dei paesaggi dei suoi inizi – inizi che non hanno una vera collocazione storica riferendosi all’essere nato già sapendo della pittura – e ritrovarsi dentro un’improvvisa stesura dell’immagine simbolica. La terra, come il resto, si abbandona, si respinge e si trattiene, ed è in questo luogo senza estremità, mai deposto, che il suo segno viveva innovando e cristallizzando.

A Genova, dove ha abitato dal 1982 al 1988, nasce l’amato figlio Gabriele e nella sua casa-studio popolatissima sono cresciute sintonie artistiche e progettuali che Castiglia non ha mai dimenticato.

Viaggiando negli anni successivi lui stesso e le sue opere fra Austria, Francia, Stati Uniti, Arabia Saudita, Italia la traccia del suo pennello continuava a premere sull’anima con una potenza trasformatrice che, come la prima volta che lo guardavi dipingere, era capace di destrutturare le visioni portate dentro fino ad allora.
Ma è la Sicilia il suo luogo vivente dove riusciva a scovare il passo dalle sensazionali viscere dell’ archetipo nella recente mostra di Palermo agli ultimi lavori, quasi in volo.
La sua melancolia sovvertitrice, il suo occhio mai domato e mai dominante, non cederanno alla finzione né alla sua scomparsa.